TAOBUK
Si è conclusa la V Edizione
di Redazione
 “Lunga vita a Taobuk, un Festival letterario
in crescita esponenziale e dalla proiezione autenticamente internazionale”.
Questo l’augurio di Tahar Ben Jelloun, ospite eccellente della giornata
conclusiva dell’Edizione numero cinque, che ha segnato la definitiva
consacrazione della manifestazione. Esempio unico nel Meridione d’Italia,
gratificato nei giorni scorsi da due importanti ricoscimenti: la medaglia del
presidente della Repubblica e il patrocinio del Mibact. Dal 19 al 25 settembre
la macchina organizzativa ha messo in moto una serie di Eventi ed Incontri che
hanno coinvolto un folto numero di spettatori. Mostre, tavole rotonde ed
incontri autoriali hanno riconfermato la varietà e la solidità di un Festival
nato nel 2011 dall’idea di Antonella Ferrara in collaborazione con Franco Di
Mare. Grandi nomi da Orhan Pamuk a Tahar Ben Jelloun a David Leavitt, da Noa a
Uto Ughi, da Raffaele Cantone a Nino Di Matteo, da don Ciotti a Carlo Cracco e
Oscar Farinetti hanno reso possibile il successo di un’Edizione con un concept
di alto spessore ideale e civile, incentrato sulla necessità di abbattere gli “ultimi
muri”, ossia i pregiudizi razziali, religiosi, sociali, etnici e simili, che
fomentano i conflitti tra i popoli. Siamo orgogliosi di questo riscontro
eccezionale che esalta il brand di Taormina e la sua storia di città d’arte e
letteraria. Un traguardo che ci motiva a raggiungere sempre più alti o ambiziosi
obiettivi. Taobuk Award for Literary
Excellence a Tahar Ben Jelloun - “L’eco
di parole che non si perdono nel tempo”, una motivazione che da sola fa
capire perché Taobuk ha voluto assegnare
a Tahar Ben Jelloun il Premio per l’eccellenza letteraria, a lui consegnato
dall’assessore alla Cultura Mario D’Agostino, in rappresentanza dell’amministrazione
comunale guidata dal sindaco Eligio Giardina, principale sostenitore del
Festival insieme all’Associazione
albergatori di Taormina. A Tahar Ben Jelloun è stato conferito dal
presidente del Rotary Club di
Taormina, dott. Salvatore Ramella, anche il Premio per la pace. L’incontro con
l’autore di “È questo l’Islam che ci fa
paura” (Bompiani, 2015) è stato particolarmente interessante e ricco di
spunti, grazie anche alla conduzione del giornalista Andrea Nicastro, raffinato
intellettuale ed esperto di politica internazionale. La prima riflessione è
stata dedicata ai muri con riferimento al tema scelto dal festival per la
quinta Edizione: “il muro più terribile
non è quello fatto di filo spinato ma è il muro del silenzio, dell’odio e della
paura. Un muro invisibile che esiste e che vieta alle persone di vivere in pace”.
L’altro punto sul quale ci si è soffermati è stato l’Islam. “L’Islam sta conoscendo adesso il suo
medioevo. Il problema dipende dalle sette che leggono il Corano come se fossimo
nel VII secolo e non lo rapportato al XXI secolo. Anche io ho paura di questo
Islam perché non lo riconosco”.
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