martedì 13 settembre 2016
MANDANICI
Conclusa la VI Edizione del Congresso Multidisciplinare
di Redazione
 Si
è conclusa, in un affollatissimo Museo Etnoantropologico “S. Salvatore” di
Mandanici, la VI Edizione del Congresso
Multidisciplinare promosso dall’Osservatorio Culturale Archetipi e territorio
presieduto dal dott. Giuseppe Mento, in collaborazione con: l’Università degli
Studi di Messina, il Modulo Dipartimentale di Salute Mentale Messina Nord, l’Associazione “Il Centauro” Onlus e col Festival
delle narrazioni, della lettura e del Libro “Naxoslegge”, patrocinato dall’Ordine
dei Medici Chirurghi e degli Ingegneri della Provincia di Messina e dalla
Fondazione “Architetti nel Mediterraneo”, Messina. La Manifestazione culturale,
presentata dall’avv. Silvana Paratore, coordinatore del Congresso, ha attirato
la partecipazione di personalità provenienti da tutta la Sicilia. “L’identità della comunità in Sicilia sta
proprio nei valori – ha affermato la Paratore – ed è su quelli che si costruisce la spina dorsale, l’energia, la forza
vitale e la fortezza di un territorio”. Interessanti le sessioni dei lavori
congressuali che hanno caratterizzato questa VI Edizione del Congresso,
divenuta occasione di confronto e dialogo tra aree del sapere diverse tra di
loro.
Dopo l’Apertura dei lavori e la Presentazione della Cerimonia
Inaugurale da parte della Paratore, che ha affermato come la Sicilia è
terra di Speranza e di Coraggio, hanno preso la parola il sindaco di Mandanici,
Armando Carpo, che ha ricordato come il piccolo centro rurale sia ricco di
testimonianze storico-artistiche di notevole pregio e diventi, in occasione del
Convegno, un centro di gravità
permanente di intelligenze della cultura italiana. Insigni i relatori della
prima sessione moderata dal prof. Mario Bolognari, docente ordinario di
Antropologia culturale e direttore del Dipartimento di Civiltà Antiche e
Moderne dell’Università di Messina. Consensi hanno ricevuto i contributi del
professore emerito di Filosofia, Girolamo Cotroneo, che ha sostenuto come
tracce di sicilianità si possono trovare nelle grandi opere letterarie prodotte
in Sicilia tanto da potere parlare di cultura siciliana; del prof. Giuseppe
Campione che ha sottolineato come il Mediterraneo da lunghissimo tempo sia divenuto
un NON LUOGO, sostanzialmente, estraneo agli impatti della geografia che lungi
dall’essere il bianco mare dei romani, quello dei conquistatori, delle
relazioni, si appalesa come il mare del sangue; del dott. Salvatore Scuto che
ha relazionato sul Terremoto del Val di Noto, del 1963, e della ricostruzione
susseguente ad esso.
Nella seconda giornata, attenzione ha registrato il
contributo del prof. di Linguistica francese, Sergio Piraro, il quale ha
affermato che l’intera Sicilia è una dimensione fantastica, crocevia di strade
di mare, incroci di viaggi, approdi e terra di culture diverse; del prof. di Filosofia,
Ludovico Fulci, che si è soffermato sulla figura ed opera di Giuseppe Grosso,
erudito messinese del primo Ottocento; della docente di Geografia, prof.ssa
Corradina Polto, il cui intervento è stato volto ad analizzare lo sviluppo
della cultura geo-cartografica in Sicilia tra ‘500 e ‘800 in rapporto alla
evoluzione degli studi geografici in ambito europeo indotta sia dal progredire
delle conoscenze geografiche e scientifiche che dalle grandi scoperte
geografiche. Il culto di Demetra e Kore, divinità ctonie in Sicilia, è stato
trattato dal direttore della Sezione Beni Bibliografici ed Archivistici della
Soprintendenza di Messina, con funzioni di vicepresidente Melina Prestipino,
che ha sottolineato come la Sicilia, con la notevole presenza di santuari
demetriaci, sia uno dei maggiori centri del Mediterraneo nella pratica del
culto alle due divinità femminili, le cui vicissitudini descritte con pathos,
tragicità e grande senso del divenire nell’“Inno
a Demetra”, non siano altro che
allegoria del ciclo “Vita Morte Vita” e della doppia cittadinanza dell’esistenza
umana tra la Terra ed il Mondo Ultraterreno.
Hanno suscitato attenzione anche i
contributi della docente giornalista di Repubblica Amelia Crisantino, il cui Intervento si è concentrato sul contesto
politico-culturale che si ritrova nella Sicilia dell’Ottocento, quando, con la
creazione del Regno delle Due Sicilie e la monarchia borbonica, ha inteso
uniformare gli ordinamenti isolani e quelli napoletani; dello psichiatra prof.
Federico Fischetti, il quale ha riproposto una rivisitazione in chiave critica
del mito di Polifemo ed Ulisse; dell’architetto Luigi Palmucci, intervenuto
nella tavola rotonda dell’ultima giornata di studi moderata dal dott. Giuseppe
Turiano, endocrinologo, e dal prof. Giuseppe Giordano, professore di Storia
della Filosofia, il quale ha affermato come la condizione isolana, la posizione
strategica della Sicilia nel Mediterraneo, la natura vulcanica di vaste aree e
i processi storici di sviluppo legati alle realtà territoriali abbiano
delineato alcuni dei caratteri peculiari della cultura siciliana; del prof.
Maurizio Ballistreri, docente di Diritto del Lavoro presso l’Università di
Messina, che ha sostenuto come si possa rilanciare la funzione dello Statuto Speciale
siciliano solo se legata ai principi di comunità e di responsabilità; dell’antropologo
prof. Sergio Todesco, che si è prefigurato di avviare una riflessione sullo
statuto anomalo dei beni culturali in Sicilia che non sempre vengono percepiti
e vissuti dalle comunità locali come elementi costitutivi della propria
cultura; dell’oncologo dott. Alessandro d’Angelo, che ha illustrato come per
molti anni la Sicilia abbia prodotto emigranti, ma da alcuni anni si ritrova a
gestire il fenomeno dell’immigrazione; del prof. Luigi Baldari micropsicoanalista,
che ha trattato il tema del viaggio in Sicilia sostenendo come movimenti
profondi accadano nella mente del viaggiatore nel suo incontro con i luoghi
carichi di arte e storia. Coinvolgente la prolusione dello psiconcologo
Marcello Aragona, che ha proiettato il numeroso pubblico presente nella realtà
dell’Argimusco quale ipotesi d’integrazione tra genius loci e processi energetici di cura sociale ed individuale.
Tratto dal Film “The Walk”, lo spunto
dell’Intervento dello psichiatra
Matteo Allone, direttore del Centro “Camelot”, che, richiamando le immagini del
film, ha sottolineato l’elemento dell’agire e del tentare come presupposti non
impossibili dell’operare di ognuno di noi. Tra gli altri relatori: l’architetto
Sergio Bertolami, che ha relazionato sul Sicilian
Scenery, il grand tour a distanza di Peter de Wint; Roberto Motta, direttore
del Modulo Dipartimentale Salute Mentale di Messina Nord, sulle Tracce delle
Regine: regina Adelaide del Vasto e regina Eleonora d’Angiò Aragona; E.
Scarcella, sulla Sicilia di Bufalino; Laura Carracchia, archeologa, che si è
soffermata sulla Sicilia e le sue culture dalla Preistoria ai Romani; Daniele
Makris, prof. di Letteratura che ha illustrato la Grecia plurima, diacronica
perenne: Sikelia; Marinella Fiume, scrittrice, e Fulvia Toscano, direttore di “Naxoslegge”, hanno conversato sul Libro “Sicilia Esoterica”; Cosimo
Inferrera e Mauro Scarcella Perino, il cui Intervento
si è basato sulla Sicilia ed il Mare: Zona Falcata, perla da recuperare.
Entusiasmo ha suscitato l’Intervento
del giovane dottore in Fisica, Vincenzo Macrì, che, trattando della sicilianità
e cittadinanza nel mondo, ha affermato come non siano i luoghi a fare le
differenze, ma gli uomini che possono contribuire a realizzare un mondo
diverso. Al giovane, impegnato in un Progetto
di ricerca internazionale di Fisica quantistica, è stato conferito dall’amministrazione
di Mandanici il Premio “Giovani cultori
della Scienza”, riconoscimento voluto dal sindaco, Armando Carpo, d’intesa
col cittadino onorario di Mandanici, prof. Giuseppe Mento, promotore del
Congresso Scientifico.
A conclusione, la Consegna,
con la partecipazione del prof. Agatino Santoro, del prestigioso Premio “Raoul Di Perri”, la cui figura è
stata ricordata, con commozione, dal dott. Giuseppe Mento. Il prestigioso riconoscimento
è stato consegnato al commissario straordinario della Città Metropolitana di
Messina, Filippo Romano, la cui figura è stata delineata dall’avv. Silvana
Paratore che ha dato lettura della motivazione “Ha contribuito alla diffusione della cultura e della legalità,
svolgendo un ruolo di sostegno e dedicando particolare attenzione ed interesse
al patrimonio culturale, scientifico ed artistico del territorio, nell’ambito
del proprio ruolo istituzionale”. A seguire, la lectio magistralis di Filippo Romano su “I segni dell’uomo ed il territorio: la Sicilia terra umanissima”. Cultura popolare, “u sonu e
u manciari”, a cura dello scrittore Carmelo Rigano, del docente prof. Cesare
Natoli e del pedagogista Nicola Schepis, hanno arricchito le Serate del Monastero a Mandanici, conclusesi
con momenti di jazz, a cura di Rosalba Lazzarotto.
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