TAORMINA
G7 – Il Comune di Taormina omaggerà i leader mondiali con le eccellenze italiane dell’arte
di Redazione
 Taormina
sarà palcoscenico del mondo con il G7 di maggio e nei giorni del summit le
delegazioni saranno invitate a visitare le opere degli artisti di spicco del
Futurismo italiano e la “Tavola Lucana” di Leonardo Da Vinci. L’iniziativa culturale è stata
ufficializzata dal sindaco di Taormina, Eligio Giardina, e dall’assessore alle
Politiche Culturali, Mario D’Agostino. Per i leader mondiali, come hanno
confermato il sindaco ed il suo vice, è stato immaginato un percorso che possa
esprimere alcune vere eccellenze italiane dell’arte, un viaggio in cui il
visitatore immerso nei luoghi simbolo dell’arte, della bellezza e del paesaggio
scoprirà alcuni emozionanti protagonisti della cultura italiana. Sono stati
svelati per l’occasione due momenti:
la mostra sul Futurismo italiano “Il
Futuro sopravvenuto” e l’esposizione
della “Tavola Lucana” di Leonardo Da Vinci.
Dal
10 marzo, Taormina ospiterà, all’interno dell’ex Chiesa del Carmine, “Il Futuro
sopravvenuto”, un evento
internazionale che metterà in mostra le opere degli artisti di spicco del
futurismo italiano. Curata da Giancarlo Carpi e Giuseppe Stagnitta, in
collaborazione con Serena Dell’Aira, espone 70 opere importanti della Collezione
Futur-Ism, della Collezione Ventura, della Collezione Trust Aletta e Fondazione
Cirulli.Arriverà a Taormina, il
24 maggio appositamente per il G7 e sarà esposta nella cripta dell’ex Chiesa
del Carmine, la “Tavola Lucana” di Leonardo Da Vinci, un pannello di 60 x 44 cm
rappresentante l’autoritratto del grande artista italiano. L’iniziativa è stata prodotta da Fenice
Company Ideas grazie all’intervento dell’art promoter Gianni Filippini, del
promoter Giuseppe Rapisarda e del curatore Nicola Barbatelli. Il dipinto è
stato rinvenuto dallo stesso Barbatelli nell’ambito di una raccolta privata
salernitana nel dicembre del 2008. La “Tavola Lucana” è stata indagata dal
Reparto di Dattiloscopia Preventiva dell’Arma dei Carabinieri e dall’Università
di Chieti che, oltre allo studio morfologico, hanno condotto una speciale
indagine sul riconoscimento di impronte digitali.
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