CATANIA
Formazione continua dedicata ai giornalisti, con la Società San Paolo di Catania e l’Ucsi Sicilia
di Filippo Cannizzo
In preparazione alla 51a Giornata mondiale delle
comunicazioni sociali dal tema “Non
temere, perché io sono con te” (Is
43,5). Comunicare speranza e fiducia nel nostro tempo”, sabato 6 maggio si
è svolto a Catania, presso l’Auditorium della Società San Paolo, l’incontro formativo dedicato ai
giornalisti dal titolo “Il Comunicatore:
faro nel buio di questo mondo”, promosso dai Paolini etnei in
collaborazione con l’“UCSI” – “Sicilia Unione Cattolica Stampa Italiana” e l’Ordine
dei Giornalisti di Sicilia. A introdurre l’evento,
inserito nell’attività della formazione professionale continua dei giornalisti,
è stato Marco Oddo, libero professionista, che ha presentato i relatori e il tema in oggetto riguardante la “Comunicazione in mutevole e continuo
cambiamento in cerca di un’identità precisa”.
Moderatore del seminario formativo don Agatino
Gugliara, sacerdote paolino, superiore Società San Paolo, Comunità di Catania,
che, riprendendo il messaggio di Papa Francesco per la Giornata mondiale, ha ribadito “la
necessità di guardare alla realtà con la luce dell’annuncio della ‘buona
notizia’ del Vangelo”. Per una comunicazione che diviene missione e
strumento di evangelizzazione trasversale in grado di raggiungere tutti. Come
ha dibattuto don Valdir Josè de Castro, superiore Generale della Società San
Paolo, per la prima volta in Sicilia, che, riproponendo la genesi dell’intuizione
profetica di don Alberione, fondatore della Famiglia Paolina, ha evidenziato le
difficoltà e le sfide legate al nostro tempo in cui la comunicazione “corre il rischio di scontrarsi con una massa
impersonale digitale dimenticando di promuovere interazione, dialogo e
condivisione”.
Tra i relatori presenti
anche don Paolo Buttiglieri, sacerdote Salesiano, consulente ecclesiastico “UCSI”
Sicilia, che da giornalista ha proposto una riflessione su “La notizia da comunicare. Abitudini e stili” soffermandosi sulla
necessità di ritornare a una “comunicazione
bioetica, con al centro la vita dell’uomo nel rispetto dell’etica e del codice
deontologico”. Contesto nel quale, ha ribadito don Paolo, diventa
fondamentale l’apporto del “giornalista
in qualità di educatore, formatore e di ‘faro’ della conoscenza per indicare la
realtà cosi come è, senza giudizi e preconcetti”.
A chiudere l’incontro, è stato il prof. Marco
Pappalardo, docente, giornalista e scrittore che, sulla base della propria
esperienza personale, ha argomentato su “La
comunicazione: interconnessione tra generazioni”, con l’invito finale a
riscoprire le quattro virtù cardinali, prudenza, fortezza, temperanza e
giustizia in chiave sociale e digitale. Ovvero, ritornare ad “avere equilibrio, rispetto di se stessi e
degli altri, mantenere l’auto controllo, la giusta distanza e il libero accesso
in rete”.
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