PALERMO
Gestione del paziente con gravi disabilità
di Redazione
“La persona disabile ci offre la ricchezza di
essere autentica, ma il paziente disabile necessita di una fortissima alleanza
fra il personale medico e la famiglia”. Questo è l’assioma emerso nella
prestigiosa e partecipata giornata formativa svoltasi ieri presso la Sala San
Placido del Museo Diocesano di Monreale, organizzata dall’Associazione
culturale “Mons Realis”, di concerto con l’Ordine dei Medici e degli
Odontoiatri della provincia di Palermo. Una sessione di approfondimento
scientifico nel corso della quale si è dissertato della gestione del paziente
con gravi disabilità, di esperienze cliniche, di best practices e di protocolli
innovativi, destinata a medici, infermieri, fisioterapisti, psicologi e terapisti
della riabilitazione psichiatrica.
Di
capacità di ascoltare, osservare, sentire e pensare, con una particolare
attenzione alle comunicazioni del paziente, verbali e non verbali, affettive e
inconsce portando il campo della propria professionalità aldilà delle
specifiche competenze tecniche, ha parlato Toti Amato, presidente dell’Ordine
dei Medici della provincia di Palermo, aprendo i lavori.Da
qualità della vita, di servizi alla persona, come condizione inderogabile per
tutte le persone che vivono con una disabilità grave e gravissima, ha parlato
Angelo Granà, presidente dell’Associazione “Mons Realis”, il quale ha poi evidenziato
l’esistenza di troppe barriere insormontabili, fisiche o comportamentali, frutto
di scelte superficiali o d’inadeguatezza delle strutture di servizio.
All’incontro, hanno preso parte, fra gli
altri, il dott. Luigi Aprea, direttore sanitario dell’AOUP, che ha introdotto i
lavori, e il prof. Marco Magi,
presidente nazionale del S.I.O.H., che ha incentrato il suo intervento sulla conoscenza della
persona con disabilità come base fondamentale per un corretto approccio clinico
e dell’importanza dell’ascolto, in quanto solo attraverso l’ascolto il paziente
si sente paziente e il medico si sente medico. Di multidisciplinarietà e di
superamento della tempistica dettata dalla sanità pubblica, che troppo spesso
mira al profitto più che all’assistenza, ha, invece, parlato il dott. Salvatore
Porrovecchio, coordinatore ambulatorio gravi disabili del Policlinico “Paolo
Giaccone”, che ha presentato, inoltre, tutte le opportunità di accesso alle
risorse assistenziali.
I
sentimenti personali degli operatori verso la disabilità e i pazienti disabili
possono non solo interferire con il rapporto assistenziale, ma farlo “virare”,
completamente, verso il raggiungimento dell’obiettivo comune, cioè il benessere
del paziente disabile e della sua famiglia e non ci può essere assistenza di
buon livello se questa non va di pari passo con la ricerca. Questo in poche
parole è il contenuto dell’interessantissimo e coinvolgente intervento della la
dott.ssa Maria Piccione, dirigente medico malattie rare dell’Ospedale “Cervello”-Villa
Sofia di Palermo, che ha saputo spiegare a una platea di addetti ai lavori e
liberi cittadini i complessi meccanismi della genetica e l’importanza
fondamentale dell’empatia medico-paziente.
Un
momento di grandissima profondità umana ha, poi, caratterizzato l’intervento del prof. Domenico Gerardo
Iacopino, UOC di Neurochirurgia al Policlinico di Palermo, che ha portato una
toccante testimonianza personale, essendo padre di una bimba con disabilità,
che come dice lui stesso: “è stata in grado di regalare alla famiglia che
l’ha accolta giorni di una grazia sconosciuta”.
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