SIRACUSA
Formazione giornalisti: “La solitudine del Potere. La solitudine e la comunicazione del giornalista quando è scomodo ai poteri”
di Redazione
È
stato il tema del seminario per la
formazione dei giornalisti che si è svolto, venerdì 9 giugno, dalle ore, nel
Salone “Mons. Ettore Baranzini” della Basilica Santuario Madonna delle Lacrime
a Siracusa. L’incontro è stato
organizzato dall’“UCSI” Siracusa e dall’Ufficio della Pastorale delle
Comunicazioni sociali e Cultura dell’Arcidiocesi di Siracusa in occasione della 51a Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali che è
stata celebrata domenica 28 maggio 2017. Il seminariopromosso dall’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, dal Consiglio Nazionale dell’Ordine
dei Giornalisti, dall’“Assostampa” di Siracusa, da “UCSI” Sicilia. “Come stabilire – ha detto Gianni Borsa,
giornalista dell’Agenzia Sir – un
equilibrato rapporto tra potere (o poteri) e informazione? Come salvaguardare
compiti e specificità di entrambi senza corti circuiti, sovrapposizioni viziate
e viziose, senza influenze reciproche e devianti, evitando atteggiamenti di
sussiego, di dileggio, di falsità o di manipolazione del reale? Ritengo che racconto del reale e correttezza dell’informazione
siano esercizi di costante e rinnovato ‘equilibrio’; ma la verità, con la V
maiuscola, non è il campo del giornalismo, così come non lo è la politica, che
è il campo dell’opinabile, del confronto, delle diverse opzioni di governo
dinanzi a situazioni diverse. Il giornalismo è, piuttosto, realtà raccontata
attraverso un filtro costituito dalla persona, che è anche giornalista, e dallo
strumento, e sono i media, a loro volta, portatori di un bagaglio culturale,
personale o di interessi che tendono a rileggere e riprodurre il reale secondo
specifici e differenti ‘occhiali’. Ovvero, se due giornalisti assistono un
fatto o commentano un evento, lo faranno ciascuno a suo modo e con esiti
diversi, discostandosi un poco o molto o moltissimo dalla realtà. Un corollario
è, semmai, legato alla crescente e mortifera omologazione dei media, per cui, grazie
a verifiche e scambi previ di informazioni e pareri, due o più giornalisti
raccontano lo stesso fatto più o meno allo stesso modo per pararsi le spalle da
interpretazioni discordanti rispetto alla maggioranza dei media o per ottenere
un certo obiettivo politico o economico o sociale o sportivo. Il giornalista
non si piegherà al potere se il suo impegno da rinnovare, costantemente, di
fare del mestiere del giornalista un’opportunità per scovare e raccontare,
ovunque e ogni volta, che è possibile, il bene, il bello, il buono di una
circostanza, di un fatto, di una persona. Tutto questo sarà possibile se il
giornalista avrà una dipendenza economica con un contratto per non essere
ricattabili, né dentro né fuori dal giornale”.
Relatori
la prof.ssa Arianna Rotondo, ricercatore del Dipartimento di Scienze
umanistiche dell’Università degli Studi di Catania, che ha parlato de “La solitudine del potere, una rilettura de ‘I
Sette contro Tebe’”; Gianni Borsa, giornalista e redattore dell’Agenzia Sir
(Servizio d’Informazione Religiosa), che si è soffermato su “La solitudine e la comunicazione del
giornalista quando è scomodo ai poteri”. Il seminario aperto da mons. Maurizio Aliotta, direttore dell’Ufficio
Comunicazioni sociali e Cultura dell’Arcidiocesi di Siracusa, e Salvatore Di
Salvo, presidente provinciale “UCSI” Siracusa e consigliere nazionale “UCSI”. Hanno
portato i saluti Santo Gallo, consigliere Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti,
e don Aurelio Russo, rettore del Santuario Madonna delle Lacrime.
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