CARONIA
Giornata Internazionale della Commemorazione della Tratta degli Schiavi
di Santina Folisi
In
occasione della Giornata Internazionale
della “Commemorazione della Tratta degli
Schiavi”, si è svolto, il 19 agosto scorso, presso Palazzo Cangemi di
Caronia, un convegno moderato dalla dott.ssa Melissa Carteri, rappresentante
del C.P. per il Club per l’Unesco di Caronia. Hanno portato il loro saluto ai
presenti l’assessore, prof. Camano Josè, in rappresentanza del sindaco D’Onofrio
e il dott. Santo Giovanni Torrisi, tutor della federazione e componente del
Club.
Relatori,
invece, l’architetto e storico locale, nonché componente C.P. per il club per l’Unesco
di Caronia, dott. Salvatore Serio, il quale ha tracciato un excursus storico sulla schiavitù cioè lo
sfruttamento di un essere umano da parte di un altro per fini diversi. Egli,
infatti, è partito dalla Grecia antica, dove essa si realizzava con le guerre,
la pirateria, l’indebitamento, e ha proseguito con il medioevo e, dunque, la
colonizzazione ancora, la schiavitù nel mondo, fino al XVIII secolo con la
tratta degli schiavi in Africa, non tralasciando il riferimento alla Sicilia toccata
anch’essa da tale fenomeno.
Poi
la prof.ssa Daniela Colajanni, componente del C.P. per il Club per l’Unesco di
Caronia, ha parlato della “Capoeira”, l’arte marziale che ha avuto origini con
gli schiavi africani di etnie, culture e tradizioni diverse del 1500. La
relatrice, infatti, ha detto che essa rappresentava lo strumento di lotta degli
schiavi, riconosciuto come sport nazionale, ufficialmente nel 1937, e di
recente anche patrimonio culturale dell’Unesco, che canta la libertà del popolo
e ha argomentato riflessioni sulla abolizione della schiavitù.
Quindi,
il dott. Lorenzo Salvagio, formatore Ficlu e presidente Club Unesco di Sciacca,
prendendo spunto da una pagina del libro “Lettere
dalla Missione”, a cura di Michele Giordano, intervista l’autore, il
missionario europeo, don Giuseppe Giordano, che, sin da subito non nasconde la
sua commozione, avendo vissuto in maniera diretta delle realtà di cui racconta
episodi anche sconcertanti per la disumanità vista nel suo viaggio in Africa,
tra Senegal e Guinea.
Egli,
infatti, ha ritenuto che il continente africano, ridotto alla povertà e ancora
oggi, alla schiavitù, pur essendo stata abolita, può rinascere con l’integrazione
e con piani strategici sull’uomo, al fine di costruire una civiltà basata sull’amore.
Ha, poi, sottolineato l’importanza dell’opera dei missionari e di tanti
volontari che con coraggio aiutino e sostengano tali popolazioni bisognose di
doni reali e di fraternità globale.
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