MONGIUFFI MELIA
Sicilia – La galleria di Postoleone, storia e segreti
di Redazione
 “Con Carmelo Smiroldo avevamo concordato di
svelare questo segreto il 28 luglio 2018, il giorno del Centenario della
galleria. E, oggi, che lui non c’è più, io mantengo questo impegno”.
Giovanni Curcuruto, storico del Ghiodaro e socio Archeoclub ha poco tempo per
emozionarsi. Respira forte l’aria che arriva da una finestra aperta della sala
del Marchesato di Melia e continua. Anche perché la sala, stracolma, attende di
sapere. E lui non vede l’ora di dire: “Sotto
la galleria di Postoleone si trovano
piccoli ambienti utilizzati dai 300 prigionieri austriaci che la costruirono.
Ecco, ve l’ho detto!”. Poi
chiarisce. “Nel 1988, dei discendenti
tirolesi di quei prigionieri vennero a Melia, mi mostrarono una foto in cui si
vedevano questi ambienti, piccoli, delle stanze ricavate nella roccia. Per anni,
non riuscimmo a comprendere dove si trovassero. Poi, quando si fecero i lavori della
fognatura, un operaio ancora vivente, mi disse che sotto la strada aveva visto
e aperto una botola e c’erano degli ambienti: dalla sua descrizione degli
interni, mi fu facile ricondurli a quella foto che mi avevano fatto vedere anni
prima. Purtroppo la ditta ricoprì tutto e con Carmelo abbiamo provato a cercare
un modo di entrarci, anche dal costone, ma senza successo”.
Il
mistero svelato delle stanze sotto la galleria di Postoleone è stato uno dei
tanti momenti importanti vissuti sabato sera a Melia, in occasione dell’incontro
“Postoleone, una galleria di prigionieri e misteri”, organizzata per il
centesimo anniversario dell’apertura della galleria. “Da oggi – ha detto Filippo Brianni, presidente di Archeoclub Area
Ionica, l’associazione che ha organizzato il convegno – partono due impegni, da condividere con le associazioni interessate,
prime fra tutte Lions, Gruppo Alpini e Croce Nera d’Austria, e le istituzioni:
trovare i documenti che confermino le tradizioni orali sulla storia della
galleria, anche relative alle novità rese note da Curcuruto; realizzare il
parco tematico della Pace bilingue auspicato da Carmelo Smiroldo, affinché
Postoleone diventi un riferimento di pace e possa valorizzare le proprie
caratteristiche storico culturali che rendono la zona tanto unica quanto poco
conosciuta”.
E
la storia della galleria – raccontata da Curcuruto – si colloca nel “Centenario
della Grande Guerra” e ricorda la richiesta di intervento al prof. Durante, per
un avere collegamento monte-mare sul Ghiodaro, di fatto inesistente. Durante
intervenne presso il generale Antonino Cascino e furono inviati 300 prigionieri
austriaci che realizzarono il muro di contenimento, la strada e poi la
galleria, scavando nella pietra per diversi anni, pagati e trattati bene dalla
popolazione locale. Attorno alla presenza di quei soldati, non sono mancati gli
aneddoti e le leggende, alcune a “tinte rosa”. Una storia di pace e sviluppo in
mezzo a guerra e macerie, che è stata ricordata anche da Giuseppe Minissale
della sezione Alpini di Messina e dal cav. Domenico Interdonato, rappresentante
dell’Associazione Croce Nera d’Austria, la quale ha consegnato una corona di
fiori con i colori della bandiera austriaca posta, alle 18, accanto alla corona
di alloro col tricolore all’ingresso della galleria, dove le tre
amministrazioni confinanti in quel luogo hanno realizzato una targa per
ricordare i soldati austriaci, (presenti: Leonardo e Marcello Longo, Mongiuffi
Melia; Alfio Currenti e Antonella Bartolotta, Gallodoro; Alessandro Costa e Teresa
Rammi, Letojanni).
Poi
il convegno, moderato da Ketty Tamà, socia Archeoclub e anche Lions
Letojanni-Valle d’Agrò è entrato nel vivo. La Tamà ha evidenziato come “i desideri espressi nella basilica di San
Pietro Paolo d’Agrò si realizzano: poco più di un mese fa, durante l’evento per
il Solstizio, abbiamo auspicato ciò
che oggi si sta facendo”. Dopo i saluti istituzionali dei rappresentanti
dei Comuni (presenti anche Orlando Russo di Castelmola e Concetto Orlando di
Roccafiorita) e delle associazioni (Marilena Moschella ha letto un messaggio
del presidente Lions, Francesca Celi, recentemente colpita da un lutto
familiare), ha aperto i lavori Filippo Brianni, “con un ringraziamento privilegiato stavolta agli assenti”, ha detto
introducendo il video di un’intervista su Postoleone a Carmelo Smiroldo, lo
studioso morto nel gennaio 2015. Poi, Brianni ha illustrato le ragioni dell’iniziativa
e i prossimi passi di Archeoclub per la valorizzazione della galleria.
La
“Prima guerra con gli occhi del comprensorio”, è stata descritta da Ninuccia
Foti, presidente dell’Osservatorio Beni Culturali Valli Joniche e dei
Peloritani e curatrice di una ricerca sui caduti e le storie della prima guerra
mondiale, sfiorando anche Capo Taormina e Postoleone (“che va valorizzata – ha detto la Foti – essendo, peraltro, inserita nella lista dei luoghi siciliani della
memoria della prima guerra mondiale”). Enzo Andò ha delineato la figura
dello scienziato Francesco Durante e il suo enorme impatto sulla vita
culturale, sociale e politica nazionale e di “questo comprensorio, che lo adorava e ne seguiva le indicazioni”.
Poi, le rivelazioni di
Curcuruto sulle stanze, che hanno “riaperto” il dibattito, con l’Associazione
Alpini pronta ad avviare uno studio con speleologi e la Croce Nera d’Austria ha
proporre un tavolo sinergico tra le associazioni, da avviare già a settembre.
Disponibile anche l’Unione dei Comuni, per voce del suo vice presidente Orlando
Russo. Al termine dell’evento, sono state consegnate delle targhe-ricordo con
incisa anche una poesia di Ungaretti sulla “fratellanza
che accomuna, persino, i nemici di guerra”, utilizzata come filo conduttore
del convegno da Ketty Tamà. Tra i destinatari, quelli alla memoria di Francesco
Durante (ha ritirato l’assessore letojannese Teresa Rammi) e Carmelo Smiroldo
(ha ritirato il fratello Santino).
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