XXXIV ANNIVERSARIO
La Città di Rometta ha ricordato il grande poeta, Nino Ferraù
di Alfonso Saya
 Ricorre
il XXXIV Anniversario del primo e
ultimo incontro, tra il poeta Nino Ferraù e la Città di Rometta. Quello che fu
detto “il Canto del cigno”, del grande poeta Nino Ferraù, che pochi giorni dopo
morì. Incontro con i docenti del Circolo didattico di Rometta. Solo due giorni
dopo il grande poeta di Galati Mamertino, sarebbe morto, repentinamente, il 23/12/1984.
L’incontro avvenne dopo l’approvazione della mia proposta “Il Poeta a Scuola”,
pubblicata sulla “Gazzetta del Sud” e accolta, con grande sensibilità, dall’indimenticabile
direttrice didattica pro tempore, dott.ssa Filippa Novak. La medesima Proposta,
è stata pure accolta, precedentemente, con altrettanta sensibilità, dalla direttrice
della Scuola Elementare del “Villaggio Aldisio”, dott.ssa Rosaria Bucolo. Due
incontri, difatti, si erano già svolti nella Scuola di Villaggio Aldisio che
oggi porta il nome del poeta. L’Incontro di Rometta è stato un trionfo, un’apoteosi
per il poeta che ha conquistato l’uditorio composto dai docenti che, in
religioso silenzio, ascoltavano i suoi versi, fino alle lacrime, specialmente,
quando il poeta ha recitato, con i singhiozzi repressi, presagio, una poesia
dedicata al figlio, molto toccante, in cui vi è, chiaro, il presentimento della
sua prossima dipartita.
“Presto, saprai che il cuore d’un poeta/ non
scrive sol per scrivere/ma scrive e scriverà/ per sopavvivere./ Finché son
vivo, mi vedrai in casa/ come la nave al porto,/ quando sarò morto,/ non
sentirti sperduto e senza meta:/ apri i miei libri e lì mi troverai./ Presto
saprai che il figlio d’un poeta/ non è orfano mai”. “La dirigente, nel discorso commemorativo, ha detto che il poeta Nino
Ferraù, non è morto, è vivo tra noi!”. Rometta alla quale, fatalmente, ha
dedicato il “Canto del Cigno”, non lo dimenticherà. Difatti, a perenne ricordo
di quell’Incontro, è stata apposta alla parete del vecchio Collegio degli
Studi, annesso al Palazzo Comunale, una poesia del Poeta, dedicata a Rometta,
scolpita su marmo: “Rometta antica,/
nella tua gran quiete/ ritrovo la poesia dei miei giardini/ dove i fiori, sono
occhi di bambini/ e le fontane, lagrime segrete,/ Quì, nella tua semplicità, /
mi appari come un piccolo presepe di collina/ dal basso, ti contempla la
marina,/ dall’alto, i monti come grandi altari”.
|