CENTRO DIURNO “CAMELOT” – MESSINA
CARNEVALE E SAN VALENTINO A CAMELOT
di Redazione
 Si sono, appena, conclusi, in
collaborazione con la fondazione “Bonino Pulejo”, l’Associazione “Il Centauro
onlus”, “FiloDirettonews”, il Servizio Civile Nazionale e l’Associazione di musicoterapia “Muterà”,
i festeggiamenti al Centro Diurno “Camelot” del Modulo Dipartimentale Salute
Mentale Messina Nord, per Carnevale e San Valentino. Eventi, fortemente, voluti
dagli utenti e accolti dall’equipe, con allegria e leggerezza. Il tema centrale
del primo evento è stato Saggia Follia,
Folle Saggezza: aveva il fine di manifestare, con libertà e senza censure,
la parte folle che ciascuno possiede e si è concluso, tra musiche e balli, con
la sfilata delle maschere e la premiazione dei costumi più originali. “Una festa in maschera alla mia età? Forse
non è il caso”. Così, pensava Giovanni, 49 anni, da 2 ospite del Centro.
Poi, però, si è convinto, ha tirato fuori un vecchio costume da clown e si è
lasciato travolgere dall’atmosfera carnevalesca. Anche, gli operatori ed i
volontari, rigorosamente in maschera, hanno partecipato con il fine di
conquistare l’ambito titolo di Re e
Regina di Camelot.
Il secondo evento di “San Valentino”, ha
visto Camelot avvolto da un’atmosfera magica, di luci, colori e note. Marina
Nardo, con il suo violino, ha suonato e cantato famosi pezzi contemporanei ed
ha dato vita alla parte più sentimentale e romantica dei partecipanti,
aiutandoli ad esprimere le proprie emozioni, attraverso pensieri d’amore, che
gli stessi hanno scritto in cartoncini colorati a forma di cuore, che, dopo
aver letto, hanno appeso tutt’intorno alle pareti del salone “Il Trionfo dei Cavalieri”.
L’obiettivo principale di Camelot è la crescita e la realizzazione personale
dei pazienti, in tutti gli aspetti della vita quotidiana. Tuttavia, l’impegno
degli operatori non è mirato solo alla cura e alla riabilitazione dei soggetti,
con problemi psichici, ma si lavora insieme per prevenire il disagio sociale
giovanile, aiutando, anche, i ragazzi che hanno difficoltà a trovare una
propria progettualità, a far emergere la loro creatività e unicità.
Camelot è uno spazio potenziale, un luogo
work in progress, uno spazio
transizionale, uno spazio di realtà condivisa, uno spazio di gioco, volto alla
riattivazione degli originari impulsi creativi. Sin dall’inizio, lo si è
immaginato e concepito come uno spazio aperto senza confini, un luogo di
incontro, una piazza, un luogo di eventi culturali: mostre, tavole rotonde
interdisciplinari. È straordinario osservare lo slittamento dei ruoli e l’atmosfera
di condivisione, ciascuno può rispecchiarsi e costellare di sé lati
sconosciuti, quella parte che consente di non alienarsi, il vero incontro con l’altro
che siamo.
Camelot, spazio magico tra fantasia e
realtà, vuol rappresentare il luogo rituale, volto a recuperare e valorizzare
le naturali potenzialità vitali e trasformative dell’individuo, attraverso l’attivazione
di un naturale e istintivo atteggiamento di “creatività”. Creatività non
limitata alla produzione artistica, ma intesa come atteggiamento creativo verso
la vita stessa, verso un modo nuovo di agire la cura, lasciandosi contaminare
da incontri, idee, emozioni. Camelot esiste grazie all’aiuto ed al sostegno di
tutti quelli che hanno creduto nella sua vision:
gli utenti, gli operatori, i tanti volontari e tirocinanti che si sono
alternati, i maestri d’arte, le direzioni dell’azienda sanitaria, che si sono
succedute nel tempo, ma, anche, ai tanti ostacoli e difficoltà che ne hanno
rafforzato lo spirito.
“Lasciandosi
guidare dalla natura (…) il medico, più che curare, contribuirà allo sviluppo
delle potenzialità creative del paziente” – C.G. Jung.
A cura di Piera Mangano ed Elisabetta
Tedesco
|