EMERGENZA
Accoglienza ai migranti clandestini
di Olga Cancellieri
 Negli ultimi
anni le coste meridionali italiane, e in particolare quelle siciliane, sono
state teatro di numerosi arrivi di migranti irregolari che, nella speranza di
trovare condizioni di vita migliori o nel tentativo di fuggire da guerre e
persecuzioni, raggiungono l’Italia partendo dalle coste africane su
imbarcazioni fatiscenti rischiando spesso la vita. Le autorità italiane, allo
scopo di rispondere efficacemente a questa emergenza umanitaria, hanno chiesto
all’OIM di fornire assistenza e
supporto nelle attività di accoglienza dei migranti. Probabilmente non se ne
parla mai abbastanza, ma Messina, non solo Lampedusa, è un luogo di frequenti
sbarchi di clandestini, durante tutto l’anno e in estate in particolare. Vi è
un efficace raccordo tra le forze di polizia di Messina e Reggio Calabria che
lavorano sinergicamente appena hanno notizia dell’imminente sbarco sulle coste
di loro competenza. Ma qual è la condizione di queste migliaia di persone che
arrivano da noi inseguendo una flebilissima speranza? rischiando la vita poiché
questi viaggi avvengono in condizioni disumane, dove chi è meno povero viaggia “a
poppa” e chi è sempre più indigente ottiene un posto nella stiva, meno soldi
hai più vicino ai motori verrai collocato, e solitamente sono i nigeriani, i
ghanesi, sudanesi, donne e bambini. Scappano dalla guerra, dalla fame, dalle
dittature, da condizioni di vita insostenibili, affrontano un viaggio dove il
tasso di mortalità è altissimo, e non solo, né soprattutto per annegamento, molti
muoiono per le esalazioni dei gas dei motori, di stenti, di sede o uccisi dagli
scafisti che per bilanciare il peso dell’imbarcazione li gettano in acqua come
sacchi di spazzatura o, gli sparano direttamente un colpo di pistola in testa. Quando
arrivano da noi dovrebbero trovare una vera accoglienza, non dovrebbero essere
visti con timore, come un peso da ripartire equamente in tutta Europa. Il
vissuto di chi fugge da un paese in guerra, senza i diritti più elementari è in
grado di arricchire chiunque, soprattutto chi per fortuna non ha vissuto
nessuno di questi orrori. Magari basterebbe mettere da parte per un pò la paura
del diverso, di ciò che non si conosce, per fare emergere la curiosità di
conoscere chi ci sta davanti. Una vera accoglienza, e non puramente formale e
limitata all’acqua, al cibo e al primissimo soccorso, dovrebbe persistere
anche, e forse soprattutto, quando entrano davvero nel nostro tessuto sociale. Forse si dovrebbe smettere di pensare che i migranti portano malattie,
criminalità, abusi, ed iniziare davvero a pensare che non rubano il lavoro agli
italiani, ma che sono disposti a fare ogni lavoro, anche quello che “noi” non
vogliamo fare più, che portano cultura, ed un modo diverso di pensare che può
aprire la nostra mente. Che non ci tolgono nulla, ma che aggiungano qualcosa alle
nostre esistenze omologate. Provare a pensare, che, semplicemente, su quei
barconi ci possono essere nuove vite, italiane, che saranno insegnanti per le
nuove generazioni, che progetteranno abitazioni, che saranno gourmet di
pregiati ristoranti, illustri scrittori, registi, musicisti, attori, filosofi,
sociologi, conduttori televisivi.
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