venerdì 11 settembre 2015
CAMELOT
Inaugurata la Mostra “Storie d’Anima tra Nevrosi e Psicosi”
di Redazione
La Mostra
fotografica “Storie d’Anima tra Nevrosi e
Psicosi” ha visto il Salone dei
Cavalieri del Centro Diurno “Camelot”
gremito di persone, le quali hanno espresso vivo interesse per l’arte
fotografica di Valentina Salvini e per le storie da esse raccontate, in ricordo
delle Ville “Lorenzo Mandalari” e “Rodriguez”.
Dopo l’apertura dei lavori eseguita dal dott. Matteo Allone, dirigente del “Camelot” e dalla dott.ssa Valentina
Salvini, sono state scoperte le pareti dai teli che le ricoprivano e gli ospiti
hanno potuto ammirare la galleria fotografica. La scena è stata di lì a poco
catturata dall’ingresso nel salone dei due attori protagonisti degli scatti,
Federica Siracusano e Alberto Bonadonna, che ha introdotto nel salone uno dei
carrelli dell’epoca manicomiale e vari oggetti originali del pensionato, tra
cui un libro su cui è incisa la firma originale a penna di Matteo Lorenzo
Mandalari. Il dott. Allone, ha dichiarato: “L’appuntamento
con la cultura è perfettamente riuscito, non si era mai visto tanto pubblico al
salone dei Cavalieri del Centro Diurno “Camelot” del grande parco Mandalari, la
mostra è stata curata nei minimi particolari dalla dott.ssa Valentina Salvini,
noi gli abbiamo dato il giusto supporto e poi la Città ha risposto bene all’invito,
perché ha voglia di scoprire novità e angoli ancora sconosciuti. L’Evento è
stato inserito nel progetto “Minerva”, del
Centro Camelot, che continua con grande costanza l’attività culturale
coinvolgendo sempre di più gli utenti e la Città”. La Salvini, totalmente autodidatta e
refrattaria per costituzione a qualsiasi apprendimento di tecnica, ha
dichiarato: “La mostra fotografica narra
le vicende di uomini reali e di proiezioni della mia fantasia; gli scatti sono
stati realizzati all’interno dell’ex manicomio di fine ‘800 ‘Lorenzo Mandalari’,
e nei meandri di Villa Rodriguez, residenza estiva dell’inventore degli
aliscafi. ‘Cosa vuole l’anima?’, chiedeva James Hillman ai suoi pazienti, ed in
queste parole risiede l’unica spiegazione possibile al mio modo di fotografare,
apparentemente studiato, ed in realtà totalmente istintivo e lontano da
qualsiasi forma interpretativa, un impatto con l’immagine, un Rorschach senza
siglatura. Quelle che vi presento sono le immagini che la mia Anima vuole e
che, tuttavia, ho provato per la prima volta a raccontare”. La mostra è
stata realizzata in collaborazione con la Fondazione Bonino Pulejo, le
Associazioni Onlus “Il Centauro” e “L’Aquilone” e la Sezione messinese dell’Unione Cattolica Stampa Italiana.
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