SPIRITUALITÀ E CULTURA: FATTI, IDEE, DOCUMENTI
Fede e cultura per il riscatto della donna nel verbo e nell’opera di suor Eugenia Bonetti
di Pina D’Alatri
Una
donna forte e determinata dallo sguardo fermo e dalla voce sicura: questa è
suor Eugenia Bonetti, la missionaria della Consolata che da anni opera a favore
delle donne martoriare dalla schiavitù sessuale e oppresse dalla prevaricazione
maschile. Ella diffonde un moderno vangelo: Gesù ancora una volta asciuga le lacrime
della Maddalena. Interpellata da chi, dopo averla ascoltata una volta, è stata
folgorata dal suo forte carisma, suor Eugenia ha accolto, in un recente
passato, l’invito a venire in Sicilia e a far sosta a Messina, per incontrare
le donne e renderle mediatrici di un messaggio da diffondere a tutti. “Salviamo
la nostra società dagli scandali, dalla volgarità e dal traffico degli esseri
umani”, il suo monito risuona ampiamente, entra negli animi e ivi germina.
Suor
Eugenia, non solo con l’opera attiva sulle strade e nelle piazze, ma anche con
la scrittura (“Schiave”, “Spezzare le catene”, in collaborazione con Anna
Pozzi), ha diffuso un modello di religiosa che sa essere al passo con i tempi e
che sa conciliare l’amore e la tenerezza con la determinazione e il rigore.
Maria Maddalena Bonetti diventa suora missionaria nel 1959, all’età di vent’anni,
e le viene dato il nome di Eugenia, la suora missionaria martirizzata nel 1953
in Kenya, il cui esempio l’ha spinta alla monacazione. Nel 1967, realizza il
sogno di andare anche nel paese africano, dove rimane per oltre vent’anni: qui
impara a conoscere le donne africane che sono positive, armoniose, attive,
capaci di altruismo e di condivisione. È proprio nella scuola elementare di
Nyeri, iniziale terra di missione di suor Eugenia, che si forma Wangari
Maathai, prima donna africana insignita nel 2004 del premio Nobel per la pace.
Rientrata
in Italia, solo per dovere di obbedienza, suor Eugenia entra in contatto, a Torino,
con il mondo della prostituzione nella forma più aberrante della tratta delle
schiave definite “statuette d’ebano”. Scopre, così, un nuovo modo di essere
missionaria: lottare per spezzare uno a uno gli anelli della schiavitù e restituire
dignità alle donne. L’azione continua a Roma presso l’“USMI”, Associazione in
cui ella assume il ruolo di responsabile della tratta. A questo punto, le notti
romane sono testimoni dell’apostolato della suora e delle sue consorelle. Nel 2011,
infiamma tutta Piazza del Popolo a Roma con il suo discorso alla manifestazione
“Se non ora, quando.”
Accorato
risulta l’invito rivolto a tutte le donne, a conciliare fede e cultura e a non
abbassare mai la guardia nel difendere con orgoglio la propria dignità. Insignita,
nel 2011, del titolo di “Servitor pacis” dall’Osservatorio permanente della
Santa Sede presso l’ONU, questa suora carismatica, prossima sicuramente ad
altre importanti onorificenze attribuitile dagli uomini, è destinata a ottenere
ben più preziosi ed eterni “ricavi” dall’apostolato cui ha dedicato tutta la
sua vita.
L’autore Pina
D’Alatri ha insegnato per lunghi anni Latino e Greco al Liceo “Maurolico”.
Intellettuale versatile, ha messo la fine cultura letteraria a servizio dell’attività
giornalistica, collaborando con testate giornalistiche d’interesse nazionale.
Cattolica illuminata, è molto attiva nel sociale: in particolare, è impegnata
nel sostegno a donne sole, straniere, indigenti, credendo fortemente nella ‘formazione’.
Recentemente, è stata eletta nel consiglio del “Centro Italiano Femminile”, Associazione
di ispirazione cattolica e di notevole incidenza a livello nazionale e
internazionale.
|