DICCI LA TUA
Messina: Avviene ogni venerdì pomeriggio: dalle 17,00 alle 19,00
di Redazione
È
un incontro strano, imprevedibile, impensabile quando ancora non se n’è fatta
un’interiore e piena esperienza teatrale. Eppure, con costanza e puntualità si
ripete ogni settimana. I ragazzi dell’Associazione di Solidarietà Sociale Onlus
“Anch’io sindrome di Down”, ragazzi speciali, bravissimi e molto motivati, si
incontrano nei locali del Teatro Vittorio Emanuele guidati da professionisti:
La Compagnia Teatrale “Ledimigi” e affiancati da un’intera classe dell’Istituto
Liceale “Archimede” di Messina, 5a C, pronta a dare tutto di sé in
un progetto di alternanza scuola- lavoro, per giocare e cimentarsi insieme a
fare teatro. Un gioco fatto con semplicità ed entusiasmo in cui i ragazzi all’unisono
si sperimentano in diverse parti con la forza ed il cuore di veri attori. Un
vero e proprio lavoro per la serietà e la tenacia con cui si calano nel
percorso che viene loro proposto.
Si
tratta di un incontro iniziato già dal 2017 che ho, fortemente, voluto grazie
alla generosità di un uomo eccezionale: Luca Nicolino, presidente e anima dell’Associazione
“I Buffoni di Corte” Onlus, Torino, che con generosità e altruismo ci permette,
con una sua opera teatrale, di realizzare uno spettacolo teatrale molto
interessante. Gli incontri avvengono nei locali del Teatro Vittorio Emanuele
avvalendoci del supporto morale e professionale di Mimmo Giuliano, direttore
artistico e prezioso amico che ha già seguito i ragazzi in diverse e apprezzate
rappresentazioni sceniche.Quest’anno,
la formula originaria si è modificata, sviluppandosi in un anomalo e
interessante laboratorio teatrale che si prefigge, però, al termine dei lavori,
di gratificare i ragazzi nel dare loro la possibilità di esibirsi in una
manifestazione teatrale dove il ballo, inteso come stimolazione e coordinazione
del corpo, ha importanza. Le fila di tutto ciò sono tenute anche dalle bravissime
Emanuela Giuliano, regista, e Roberta Ruggeri, coreografa.
Un
percorso certamente formativo, ma in maniera altrettanto profonda per chi li
guida. I risultati si stanno mostrando, infatti, sorprendenti, sotto diversi
punti di vista. Un’esperienza del genere accentua la piccolezza della mente e
dei suoi pregiudizi nel rapportarsi a realtà culturali e umane che non si
conoscono bene. Il primo limite con cui bisogna fare i conti è la scarsa
attitudine, e purtroppo, abitudine del non riconoscimento della libertà e della
disinibizione, qualità queste che, invece, i ragazzi sono riusciti a mantenere
integre. Una libertà fisica e di pensiero che è, talvolta, sciocca per la
semplicità e la naturalezza con cui viene spiattellata in faccia.Superata
questa prima tappa, ci si incontra con i pregiudizi che bisogna tener conto di
avere anche inconsapevolmente. Pregiudizi “buonisti”, ma proprio per questo più
pericolosi. La più grande discriminazione è, infatti, la credenza che in quanto
ragazzi con Sindrome di Down siano necessariamente “ini”: Bellini, carini,
dolcini, tenerini, etc. Niente affatto. Sono dolci quando è necessario,
affettuosi quando lo meritiamo, bellini quando non sono nervosi. E poi, sono
divertenti, ironici, taglienti, spiazzanti. Sanno perfettamente difendersi da
sé, senza bisogno di nessun “ino”.
Al
momento, ci si è a una stazione importante del progetto, quella prettamente
preparatoria. Nel mio ruolo di presidente della Onlus, sono particolarmente
soddisfatto di questa esperienza comprendendo bene che i ragazzi insegnano
tanto offrendoci prospettive imprevedibili che lasciano a volte sbalorditi:
come la naturalezza con cui rendono semplici alcuni interpretazioni che in un
primo momento possano sembrare complessi. Ed è proprio qui lo scambio, il contatto.
Il momento dello stupore che permette, nella ricerca di qualsiasi arte di
rinnovarsi, generando ancora arte e stupore.Il
1° giugno uno spettacolo teatrale al Vittorio Emanuele chiuderà questo gioco “serio
al pari di un lavoro”, riproponendo in vesti diverse emozioni diversi. Allora,
quando a chiusura del sipario i ragazzi felici gioiranno per aver conquistato
il palco e il pubblico, si emozionerà intimamente sino alle lacrime senza
capirne profondamente il perché, io mi godrò un momento tutto mio e solamente
mio, bellissimo in quanto sofferto.
Dott. Francesco Venuti –
Presidente “Anch’io sindrome di Down” Onlus
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