ACCORDO
A 90 anni dai Patti Lateranensi, riconosciuti i titoli delle Università Pontificie
di Giuseppe Adernò
A
novant’anni dalla firma dei Patti Lateranensi (11 febbraio 1929), rivisti con
un documento nel 1984, è stato firmato un efficace accordo tra lo Stato
italiano e la Santa Sede per il reciproco riconoscimento dei titoli di studio
della formazione superiore. Il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della
Ricerca, Marco Bussetti, e il prefetto della Congregazione per l’Educazione
Cattolica, cardinale Giuseppe Versaldi, come si legge nei comunicati del
Ministero, al Palazzo di Viale Trastevere, hanno firmato l’accordo tra la
Repubblica Italiana e la Santa Sede per il riconoscimento dei titoli di studio
conseguiti nelle Istituzioni della formazione superiore dell’Italia e della Santa
Sede. “Siamo molto orgogliosi del risultato raggiunto e voglio
ringraziare sentitamente il cardinale Giuseppe Versaldi per la collaborazione e
il lavoro congiunto – dichiara il ministro Marco Bussetti –. Si
tratta di un accordo molto atteso,
storico, che sottoscriviamo in coincidenza con il novantesimo anniversario dei
Patti Lateranensi”.
“Il passo che compiamo oggi – prosegue il
ministro – segna un ulteriore avanzamento
rispetto alla revisione del
Concordato del 1984, quando si decise di riconoscere i titoli di studio nelle
materie ecclesiastiche. La
collaborazione tra lo Stato Italiano e il Vaticano è prassi consolidata da
decenni ed è proseguita in modo
costante e proficuo nel tempo”. In particolare, l’Accordo sottoscritto oggi
è “un importante successo, perché va a
favore degli studenti e del diritto allo studio in entrambi i nostri sistemi
formativi – prosegue Bussetti –. Garantisce la riconoscibilità e la
spendibilità reciproca dei titoli della formazione superiore anche per coloro
che hanno scelto di svolgere il proprio percorso di studi all’interno di Istituzioni accademiche della Santa Sede che si trovano
sul territorio nazionale italiano. Stiamo dando risposte attese da decenni.
Quest’Accordo risolve una questione
annosa e garantisce una stretta
collaborazione tra Italia e Santa Sede a livello internazionale nel settore
educativo”.
“Sono particolarmente felice della firma di
quest’Accordo tra la Repubblica Italiana e la Santa Sede – dichiara il cardinale
Giuseppe Versaldi – con cui si dà risposta a una domanda discussa
per tanti anni nello spirito della
Convenzione di Lisbona e del Processo di Bologna”. “In continuità con il Concordato
tra i due Stati – aggiunge Versaldi – sottoscritto
nel 1929 e confermato con l’Accordo di revisione
del 1984, il presente Accordo facilita le procedure di riconoscimento anche dei
titoli accademici non concordatari onde
completare, alle condizioni precisate, il quadro giuridico delle relazioni tra i sistemi formativi dei due
Stati e permettere anche agli studenti la prosecuzione degli studi nell’uno o nell’altro sistema”. È questo
un Accordo che favorisce innanzitutto gli studenti in un quadro internazionale
di riferimento già in vigore e che finora veniva disatteso da alcuni Atenei e
prevede il riconoscimento di tutti i titoli universitari rilasciati dalla Santa
Sede, così come avviene per qualsiasi altro Stato sovrano, in base ai principi
della Convenzione di Lisbona che stabilisce il riconoscimento dei titoli di
studio concernenti l’insegnamento superiore nella Regione europea. La procedura
si svolgerà, materialmente, attraverso gli Atenei che valuteranno i titoli e
provvederanno al loro riconoscimento.
Fino
a oggi, secondo quanto previsto dalla revisione del Concordato tra Repubblica
Italiana e Santa Sede del 1984, venivano pienamente riconosciuti, tramite un
apposito Decreto del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca,
i soli titoli di “Teologia e Sacra scrittura”. Gli altri titoli rilasciati
dalle Istituzioni universitarie della Santa Sede sul territorio nazionale
italiano non avevano un riconoscimento uniforme: alcuni Atenei ne ammettevano
la riconoscibilità, in linea con i dettami della Convenzione di Lisbona, altri
riconoscevano validi sono quelli espressamente enunciati nel documento di
revisione del Concordato. Oggi, la scuola e l’Università italiana, attraverso
la semplificazione delle procedure, si aprono alla dimensione europea di
cultura che si sviluppa nei centri di formazione dei diversi Paesi con pari
dignità e sviluppo di eccellenza.
L’albero
del Concordato, a distanza di 90 anni, dimostra una ricca vitalità e cresce con
nuovi rami e foglie, proteso alla ricerca del miglior bene per la comunità
civile. La collaborazione tra Stato e Chiesa, che era “in nuce” nel Trattato e nel Concordato del 1929, codificata proprio
dagli Accordi di Villa Madama, che nel primo articolo sancisce che Stato e
Chiesa collaborano per il bene del Paese e la promozione della persona, con la
firma dell’Accordo di Viale Trastevere si riconosce pari dignità agli studenti
nel percorso formativo e si auspica che tale riconoscimento possa avere
medesimo riconoscimento concreto ed economico per le scuole paritarie che
svolgono un servizio pubblico.
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