MALTA
Brilli: Il gioco Gozitano che è destinato a morire
di Fra Mario Attard
Da sempre, nel Villaggio di Għarb, il
gioco “Brilli’ riunisce un gruppo di uomini per la strada. È bello presentare
questo gioco tradizionale insieme a quattro personaggi simpatici che giocano il
Brilli sia nella domenica che nei giorni festivi. Ogni domenica, in Piazza San
Pietro a Għarb, un gruppo di uomini si incontrano per una partita di Brilli
(Birilli in Italiano). Charlie
Cauchi ha detto: “Non sappiamo esattamente l’origine di questo
gioco. Sappiamo sicuramente che è molto vecchio con alcuni che sospettano che provenga dai Cavalieri. Il suono della palla
che colpisce il birillo interrompe il silenzio. Fondamentalmente hai 9 spilli o
birilli. Ognuno vale punti diversi e lo scopo del gioco è quello di raggiungere 24 punti. Almeno cinque giocatori
devono giocare a questo gioco. A
volte, la palla va sotto una macchina e non la può tirare fuori, ma comunque,
continuiamo a farlo. Non puoi
incontrare questo gioco a Malta o a Gozo. Si gioca solo a Għarb nei giorni di
riposo, domenicali e festivi”.
Esprimendo la sua idea sul gioco
Brilli Joseph Cassar dice: “Anche questo
gioco morirà, perché dovrebbe essere
giocato a San Lawrenz, Kercem, Għasri e Żebbug, ma è rimasto solo qui”.
Leli Micallef sembra sicuro sulla fine del gioco Brilli a Gozo. Finirà. Finirà
perché non ci sono nuovi giocatori. Abbiamo un nuovo arrivato chiamato Marju. C’erano
altri due, ma non vengono più. La pressione per questo gioco per non finire è
appuntata su un diciannovenne. Infatti Marju Gauci si è espresso così sul gioco
Brilli: “Se i bambini più piccoli di me
vogliono giocare, insegnerò loro come mi è stato insegnato e li interesserò nel
gioco”.
Joseph Cassar ha giocato per tutta la
vita. “Ero il campione, ma ora non lo
sono più, perché le mie mani si sono indurite”. Joseph si rammarica di non
essere in grado di giocare quanto vuole. Egli dice: “Si inizia a giocare, ma non puoi continuare, perché si inizia a
dimenticare. E questo è un segno che presto incontrerai il tuo creatore”. Dopo
50 anni in Australia, Chalie Spiteri, detto “Dundee”, ancora ricorda come
giocare. “Non è qualcosa che tu l’abbia
mai dimenticato. Come una lingua. Ti ritorna”. Per Valerio Bugeja, un
maltese che ha vissuto a Għarb per 9 anni, il gioco è così affascinante che lo
ha incluso nel National Intangible Cultural Heritage Inventory. “Dobbiamo fare una targa che dice che questo
gioco di birilli è giocato qui, affinché il modo intero sappia”.
In realtà, questi anziani sperano che
questo gioco sarà riconosciuto dall’UNESCO per il motivo che il gioco ‘Brilli’
rimane per sempre sancito come patrimonio nazionale. Secondo l’Associazione
Giochi Antichi (AGA), i primi reperti archeologici conosciuti, relativi alla
famiglia dei birilli, risalgono al 3.200 a.C.: nove pezzi di pietra, da
collocare come birilli, verso i quali si faceva rotolare una sfera di pietra
che doveva passare prima attraverso un arco composto da tre pezzi di marmo. Il
loro ritrovamento è avvenuto nella tomba di un bambino egiziano a Nagada e sono
ancora oggi conservate presso l’Ashmolean Museum of Art and Archaeology dell’Università
di Oxford, Inghilterra.
Più cenni storici del gioco ci dicono
che era diffuso anche nella Roma antica: la testimonianza deriva da un sarcofago
romano conservato nei Musei Vaticani. Nell’epoca Medievale, la documentazione
che testimonia la diffusione di questo gioco è cospicua, ma è soprattutto dal
XV secolo che si hanno maggiori prove riguardo alla sua pratica. Curioso è
stato scoprire come in Polinesia si sia praticato un gioco chiamato Ula Maika,
comprendente l’utilizzo di birilli e sfere di pietra. Le sfere erano lanciate
da una distanza di sessanta piedi (18 metri), una distanza che è, forse non
casualmente, la lunghezza regolamentare della pista del Bowling moderno a dieci
birilli. Speriamo e preghiamo che il gioco dei Brilli a Gozo rimanga e si
estenda di più.
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