mercoledì 14 dicembre 2016
Il Taccuino di Nuccio Fava
Habemus Gentiloni governo di sopravvivenza
di Nuccio Fava
Per
quanto nessuno ignorasse le difficoltà che hanno imposto al capo dello Stato e
al presidente incaricato di velocizzare al massimo l’approdo in Parlamento, è
risultata sorprendente la composizione del nuovo esecutivo. Il sospetto diffuso
è che la parte del dominus l’abbia assunta Renzi, interessato a rafforzare il
suo ruolo e il suo potere in vista del congresso anticipato del Pd. Né può
sorprendere, considerando il carattere leaderistico e da protagonista assoluto
con cui l’ex presidente-segretario si è, costantemente, comportato da Palazzo
Chigi e dal Nazareno. Si pensi ai tempi e al modo con cui ha aperto la crisi e
convocato la direzione, ponendo tutti di fronte al fatto compiuto. Anche in
questo passaggio come capo solitario unico in grado di organizzare la rivincita
e la riaffermazione della propria egemonia.
Efficace chiamare l’esecutivo
Gentiloni “governo fotocopia”, “Renzi bis”, criticarne la composizione specie
per gli esponenti che ripropongono, sgradevolmente, la figura di portabandiera
del disastroso referendum. Anche in questo modo, Renzi vuole sottolineare il
suo costante tentativo di tenere sotto scacco il nuovo esecutivo e i suoi
impegni. Oltre i soliti noti e certe promozioni e spostamenti, nulla mostra un
tentativo di innovare e di cambiare in meglio. Introducendo, magari, qualche
presenza non strettamente partitica, espressione della cultura e della scienza,
con una apertura fuori dal Palazzo. Con una forte critica contro il Palazzo, Pier
Paolo Pasolini, già negli anni ’60, sferzava la politica chiusa nel suo fortino
e nelle sue pratiche di potere e di corruzione. Anche oggi, la denuncia di
Pasolini può avere una risonanza utile, perché è grande lo scontento e la rabbia
che il referendum ha posto all’ordine del giorno: non bastano le parole e le
promesse e poi proseguire da incoscienti con i tradizionali giochi dentro il
Palazzo.
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