ROMA
“Diaconato in Italia”. A Vincenza nel 2019 il prossimo Convegno Nazionale
di Redazione
La
diocesi di Vicenza si prepara ad accogliere il prossimo convegno Nazionale dei
Diaconi – XXVII Edizione, che avrà
luogo nel 2019 come da lettera di adesione del vescovo di Vicenza Beniamino
Pizziol. Ad annunciarlo il presidente della Comunità del Diaconato in Italia
Enzo Petrolino che, a margine delle intense giornate di formazione e di
confronto in Sicilia dal 2 al 5 agosto scorsi, Altavilla Milicia, diocesi di
Cefalù (PA), ha sintetizzato i contenuti tematici assegnati ai relatori e ha
rilanciato l’impegno sociale e di servizio del diacono in continuità e in
preparazione al prossimo incontro di Vicenza. Una rete, quella dei diaconi di “servizio”,
di evangelizzazione e di umanità nel contesto socio religioso contemporaneo.
Una
rete che fa rete anche in questa era dei media e new media dove l’attenzione
mediatica è determinante per favorire conoscenza e socializzazione, a difesa
del servizio e della missione diaconale. Centrale, infatti, è il ruolo dei
media per creare “rete” e stimolare la collettività attorno alla figura del
diacono, ministro del rinnovamento e catalizzatore per la società fluida e
frammentata che vive la crisi valoriale. Prima del convegno nella diocesi
siciliana di Cefalù, il presidente Petrolino ha scritto una lettera al Santo
Padre nella quale ha indicato i due impegni del diaconato in uscita, frutto
dell’incontro sul tema dell’accoglienza: “raccogliere
fondi per l’acquisto di Bibbie in inglese e francese nella edizione
interconfessionale da distribuire ai migranti cristiani, appartenenti alle
diverse Chiese che, continuamente, capitano nella parrocchia di Lampedusa e da
mettere a disposizione dei rifugiati che sbarcano in Italia; fare del prossimo
19 novembre – giornata che il Papa ha dedicato ai poveri – un momento in cui proprio i diaconi si
impegnino a lasciare che gli ultimi siano i protagonisti in ogni liturgia
eucaristica”.
Un
impegno che concretizza ciò che è stato esposto dai relatori durante i lavori
del convegno. Un atteggiamento che diventa metodo di lavoro nel servizio e nel
cammino di fede che i diaconi – 4.400 circa in tutta Italia – stanno svolgendo
assieme alle loro famiglie. Servizio e impegno sui cinque doni (incardinazione,
amore sponsale, preghiera ufficiale della Chiesa, servizio ai poveri e agli
immigrati, proclamazione della parola del Vangelo) che la Chiesa ha loro
affidato e che necessita di essere verificato, rinnovato, qualificato. La formazione
permanente, spirituale, pastorale e teologica, dunque, è stato l’elemento
principale per affrontare le tematiche urgenti anche in relazione alle sfide
che la Chiesa sta vivendo, facendo ricorso al capitolo III della Evangelii Gaudium di Papa Francesco.
Il
carattere biennale del convegno favorisce, alla realtà ecclesiale del diaconato
in Italia, un cammino di “crescita e di maturazione nella fede” e consente di
accrescere “l’attenzione spirituale” indicata al n° 200 della Evangelii Gaudium che si traduce – come
spesso indicato durante i lavori del convengo siciliano stimolando i 250
diaconi presenti – in preparazione e studio accompagnati dalle esperienze
quotidiane “sul campo”. “L’opzione
preferenziale per i poveri deve tradursi, principalmente, in un’attenzione
religiosa privilegiata e prioritaria”. A sottolineare l’impegno dei diaconi
sull’accoglienza il cardinale Montenegro, presidente di Caritas Italiana e
arcivescovo di Agrigento. Migranti, poveri e malati sono gli ambiti d’intervento
dei diaconi, la sfida per “fare casa” e per essere “strumento di carità” come
ha indicato più volte il cardinale Montenegro nella sua Prolusione conclusiva. “L’altare non è il vostro traguardo, il
vostro traguardo è il mondo” spiegando
che “l’evangelizzazione non è solo annuncio ma è soprattutto rendere
concreto l’annuncio”.
Il
“diacono si deve sporcare le mani” perché la diaconia, oggi come ieri, “guarda
lontano e costruisce con speranza il Regno di Dio”. La diaconia dell’accoglienza
è, pertanto, dimostrare fraternità e amicizia attraverso l’ascolto fatto con
orecchi, mente, cuore e occhi. “Il diacono deve sapersi stancare di amore”. Un’indicazione
e una pastorale specifica dell’accoglienza per rilanciare il ruolo dei diaconi
nel mondo e affrontare le nuove sfide che il mondo ci pone come quella della
profezia dell’accoglienza. Accanto ai diaconi, le spose che sono “lo sfondo
dell’amore”, “incrocio dell’ecclesiale e dell’ecclesiastico, come ha soggiunto
l’altro prelato di Agrigento rivolgendosi alle mogli dei diaconi anch’esse
presenti al XXVI Convegno Nazionale dei
diaconi in Italia che hanno dato anch’esse singolari testimonianze e
supporto, riconoscimento e stimolo alle vocazioni e ai temi sensibili della
società attuale. Appuntamento a Vicenza, dunque, nel 2019, per affrontare nuove
sfide con lo stile remoto del “servizio”.
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