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 sabato 23 marzo 2019

TASSA SULLA SALUTE

Riforma dei Ticket sanitari

di Redazione


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Il Governo e le Regioni promettono ancora una volta di riformarli, ma intanto questa tassa sulla salute ci costa ogni anno quasi 3 miliardi, tra farmaci, analisi, visite specialistiche e prestazioni di pronto soccorso. La riforma dei ticket è da quasi 10 anni all’attenzione di tutti i Governi. Negli ultimi anni, ci provò Lorenzin con il “vecchio” Patto per la Salute ma alla fine si riuscì solo a ridurre il superticket di 60 mln. Ci riprova ora la neo ministra Grillo che tra gli asset del nuovo Piano in costruzione ha inserito, nuovamente, la revisione di ticket ed esenzioni. In attesa di capire se stavolta Governo e Regioni ce la faranno a riformare il sistema di compartecipazione, vediamo come stanno le cose nelle varie tipologie di ticket e tra le tante regole differenti in vigore tra una Regione e l’altraIl ticket sanitario è da anni uno dei temi di politica sanitaria su cui molteplici governi si sono confrontati pur senza trovare una soluzione univoca salvo un piccolo taglio del superticket (-60 mln) nella Legge di Bilancio 2018. La riforma del sistema di compartecipazione era già prevista dal Patto per la Salute 2014-2016, ma, nonostante fu attivato un tavolo, non se ne fece nulla. Il tema è stato ripreso, per ora solo a parole, anche in questa legislatura e la riforma del sistema è all’indice del nuovo Patto per la salute 2019-2021 (le cui trattative, però, sono in stallo).

Sempre aperta poi la partita superticket. Il ministro della Salute, Giulia Grillo, ha provato ad abolirlo nell’ultima manovra, ma la misura non è passata e poche settimane fa ha annunciato che ci riproverà nella prossima Legge di Bilancio.Come è noto – scrive la Corte dei conti in un suo report –, la revisione del sistema doveva prendere in considerazione diversi aspetti: promuovere la consapevolezza del costo delle prestazioni e, quindi, favorirne una richiesta più appropriata; garantire un gettito finanziario adeguato per le regioni, evitando al contempo che livelli di compartecipazione troppo elevati (specie nella specialistica) favorissero lo spostamento dal Servizio Sanitario Nazionale verso strutture private, minando la stessa possibilità di garantire livelli di assistenza adeguati. Sulla definizione di un nuovo assetto ha inciso anche il complesso lavoro di ridefinizione e di aggiornamento delle tariffe per le prestazioni specialistiche disposto con l’approvazione dei nuovi LEA. Un lavoro che non è ancora concluso. Solo limitati i progressi su questo fronte registrati nell’anno soprattutto per la difficoltà di individuare coperture adeguate ad un orientamento volto a proporne una abolizione (piuttosto che un ridisegno)”.Una spesa da quasi 3 mld. Nell’attesa che la politica sbrogli la matassa, ad oggi i ticket sanitari pesano sulle tasche degli italiani per 2,889 miliardi di euro (anno 2017) per una spesa media annua a cittadini di 47,7 euro.


 


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