PRESENTAZIONE DEL MANIFESTO
Catania. “SÌ ALL’EUROPA, PER FARLA”: Il manifesto europeista di MCL ed Esserci
di Redazione
 Sabato
6 aprile, dalle ore 10.00 alle 12.00, al Castello Leucatia di Catania, MCL ed
Esserci presentano anche in Sicilia il Manifesto “pro Europa” che in queste
settimane sta facendo tappa nelle principali città Italiane. Un chiaro invito
al protagonismo in chiave europeista, al Popolarismo in luogo del populismo
dilagante, alla tutela dei principi fondatori e una riflessione sull’irrinunciabilità
di un’adesione fattiva e consapevole soprattutto per le opportunità di
crescita, benessere e libertà che l’Europa ha promosso e dovrà promuovere. Le
due organizzazioni, che anche in Sicilia hanno presenza diffusa, vogliono, a
poche settimane delle elezioni europee, stimolare la partecipazione al voto e
soprattutto indicare a candidati e formazioni politiche e i temi prioritari per
i cittadini e per il Paese. Il manifesto ha già ricevuto l’adesione di
moltissimi amministratori siciliani che prenderanno parte all’incontro.
A
introdurre, Fortunato Romano, presidente di MCL Sicilia, e Salvo Pogliese, sindaco
di Catania; a seguire, gli approfondimenti di Piergiorgio Sciacqua co-presidente
di EZA che in Europa raccoglie 73 organizzazioni di lavoratori, Dario Caroniti,
docente di Storia delle Dottrine Politiche dell’Università di Messina, e Giovanni
La Via, eurodeputato. Le conclusioni sono affidate a Piergiuseppe de Luca,
presidente MCL Catania.
IL
MANIFESTO
Le
elezioni europee del maggio 2019 rivestono un’importanza decisiva per il nostro
futuro. All’Europa, infatti, sono legate speranze e preoccupazioni: speranze
per un progetto che ha garantito oltre 70 anni di pace e di sviluppo;
preoccupazioni per un’unità incompiuta e burocratizzata, dimentica delle sue
radici. Come cristiani, l’ideale europeo lo sentiamo totalmente consono alla
nostra natura e alla nostra storia e non vogliamo rinunciarvi soprattutto per
le opportunità di crescita, benessere e libertà che ha promosso e dovrà
promuovere: diciamo sì all’Europa, nella consapevolezza che si deve continuare
a farla e farla meglio. La storia recente dell’integrazione europea è iniziata
con i padri fondatori, De Gasperi, Schuman e Adenauer, basata su un’idea
popolare e condivisa di unità culturale e politica, da cui far discendere gli
aspetti economici e organizzativi; questo modello voleva, soprattutto,
armonizzare la politica estera e di difesa, far crescere la solidarietà e l’integrazione
tra le nazioni e le persone con un sistema libero di mercati ed economie
differenziate. Purtroppo, l’idea di un’Europa dei popoli è stata presto
abbandonata, con l’adozione dei principi del politicamente corretto nella
cultura e nel costume, il dettaglio delle regole del “mercato unico” e la
conseguente enfasi burocratica nei rapporti tra gli Stati.
Il
rifiuto di menzionare le “radici ebraico-cristiane” nel progetto di
costituzione europea (trattato di Nizza) ha sancito una rottura con l’idea
originaria di Europa; la conseguente spaccatura fra élites divenute
tecnocratiche e il sentimento popolare, insieme all’affrettato processo di
adesione di molti Stati, hanno acuito lo scetticismo verso Bruxelles e la
richiesta di ritornare alle “identità nazionali”. Più di recente, la Brexit ha
ulteriormente complicato il quadro. La crisi economica del 2008, il deficit
demografico, con la prevista conseguente insostenibilità dell’attuale sistema
di welfare, stanno peggiorando la situazione; ma è, soprattutto, la pressione
migratoria (prima sottovalutata e poi non adeguatamente affrontata da alcuni
fra i maggiori Stati europei e dalla stessa Unione) a provocare una profonda
sfiducia verso l’Europa. Da un punto di vista politico, l’alleanza strategica
fra popolari e socialisti è, oggi, in crisi perché il modello socialista, a cui
troppo spesso anche i popolari hanno ceduto, ha dimostrato di deprimere la
libertà economica e sociale delle persone e dei gruppi, mortificando, talvolta,
anche le specifiche eredità e tradizioni popolari in nome di un’artificiosa
omogeneità culturale. Hanno, così, preso piede forze conservatrici, più che identitarie,
le quali raccolgono il diffuso malcontento dei cittadini, cadendo però in
nazionalismi. Vista l’interconnessione degli Stati europei, in particolare l’Italia,
da sola non riuscirebbe a sostenere la competizione globale e si metterebbe
fortemente a rischio il suo raggiunto livello di benessere.
Noi
continuiamo a guardare con speranza all’Europa, confidando che la sua radice fatta
di democrazia, promozione della pace, dello sviluppo e della solidarietà possa
essere recuperata e che l’Europa unita possa così rispondere alle giuste
esigenze di libertà, identità e sicurezza sociale. Siamo per un PPE attento
alle nuove esigenze di riforma a favore del rispetto delle culture nazionali e
popolari e per un’economia sociale di mercato, capace di equilibrare il
liberismo e la finanza senza regole; siamo lontani, invece, da proposte che
mettono paradossalmente insieme collettivismo ed estremismo identitario,
egualitario e giustizialista.
Alle
forze politiche in vista delle elezioni europee chiediamo di promuovere: - una
concezione della cosa pubblica sussidiaria, capace di valorizzare il
protagonismo della persona e il suo potenziamento attraverso le associazioni e
gli altri corpi intermedi; - un’attenzione alla famiglia come fondamentale
fattore di stabilità personale e sociale; - una politica che metta al centro il
lavoro e il suo significato, con investimenti speciali per i giovani; - una
libertà di educare a partire dalle convinzioni e dai valori che sono consegnati
da una ricchissima tradizione popolare; - il rispetto dell’identità anche
religiosa dei popoli, certi che questa è in grado di accogliere e ospitare, con
equilibrio e realismo; - una ripresa del ruolo centrale dell’Europa nel mondo,
attraverso una politica estera e di difesa comune; - il rafforzamento delle
competenze del Parlamento europeo. Apriamo una discussione su questi temi, fino
ad individuare, nelle liste a noi più vicine, candidati a cui attribuire le
nostre preferenze.
Carlo Costalli e Giancarlo Cesana
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