FILODIRETTO NEWS DA CAMELOT
UN FILM DI EROS SALONIA – BRUNO E IL MARE
di Matteo Allone
Frutto della sinergia tra il Centro Diurno Camelot e la compagnia L’Arlequin de l’esprit è stato presentato, all’Horcynusfestival
2011 – “desideri, utopie, libertà”, nei giorni 20-28 agosto al ParcoHorcynus
Orca di Torre Faro a Messina, il film di Eros Solonia: Bruno e il mare.
Situata nelle periferia di Parigi, la compagnia L’Arlequin de l’esprit, crea dal 2008 progetti
teatrali e cinematografici per la regione e il ministero della Sanità, con
pazienti psichiatrici, con immigrati e con persone in difficoltà di inserimento
sociale e professionale.
Il soggetto e la forma del teatro e del cinema, realizzati
in un ambito a forte connotazione sociale, non ha, assolutamente, il cliché di
una forma d’arte adattata al sociale.
Si tratta di forme artistiche compiute, di sogni e di realtà
che traversano le intelligenze e i cuori del piu fine amatore, investito da un
dialogo tessuto all’interno delle nostre opere con tutta la cultura del XX
secolo. I risultati ottenuti non potrebbero essere conseguiti con “semplici”
professionisti, il cui desiderio di una professionale infallibilità rende,
spesso, convenzionali. L’Arlequin de l’esprit
rende, ai suoi allievi e collaboratori, l’unicità della loro esistenza particolare, mostra e celebra la
profondità di una sofferenza quotidiana, senza giudizio alcuno. È in quest’ottica
che nasce il mediometraggio Bruno e il
mare e l’esperienza unica di rendere partecipi gli utenti e gli operatori del
centro con un protagonista assoluto tra loro, Bruno Pulicicchio, che la
telecamera ha colto nella sua ricchezza umana, scoprendo in lui un professionista
senza confronti, capace di trovare una dimensione creativa che non potrà non
commuovere chi guarda l’arte con onestà.
Bruno e il mare trasporta, nella sua enorme
cornice vuota, lo spettatore in un’atmosfera surreale, percorrendo, al tempo
stesso, come in una citazione velata, il cinema italiano e francese dell’ultimo
quarantennio. Altre esperienze sono state condotte con disabili (anche se il
nostro Bruno è diventato, fisicamente e psicologicamente, abilissimo). Sono
esperienze ricche e rare. Ma quello che rende unico Bruno e il mare è che, a differenza di altri films in cui si
denuncia questa o quella realtà, attraverso la vita di un
personaggio, il protagonista Bruno non è una persona da “compatire” o da “accettare”.
Il cammino di Bruno è il cammino di noi tutti. Egli diventa
l’uomo che vede al di là delle forme imposte, l’uomo che tutti ignorano o
assalgono perché non sanno che, senza di lui, la razza umana non avrebbe modo
di esistere. La trasformazione finale di Bruno e della sua compagna in “pesci”,
testimoniano il silenzio dell’uomo di fronte alla natura e vogliono trasmettere
un messaggio che è quello che le porte dell’animo sono aperte, solamente,
a chi ha il coraggio di ascoltare.
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