UNIVERSITÀ DI MESSINA
Importante riconoscimento internazionale per il gruppo di Geologia dell’Ateneo
di Redazione
 Il
Programma Interreg Italia-Malta ha finanziato il progetto BESS – POCKET BEACH
MANAGEMENT e REMOTE SURVEILLANCE SYSTEM di cui è capofila il nostro Ateneo e ha
come responsabile scientifico il prof. Giovanni Randazzo del Dipartimento di
Scienze Matematiche e Informatiche, Scienze Fisiche e Scienze della Terra
(MIFT).
Le
POCKET BEACHES, letteralmente “spiagge tascabili”, sono le piccole spiagge (l’Isola
Bella per fare un esempio a noi vicino), limitate da promontori naturali,
fortemente aggettanti a mare e prive di apporti solidi da terra. Sono spiagge
che si sono formate in condizioni diverse da quelle attuali e hanno mantenuto
un proprio equilibrio dinamico grazie alla loro risposta naturalmente
resiliente. Oggi, gli effetti dei cambiamenti climatici sembrano essere più
minacciosi per questi ambienti di transizione, coinvolgendo la parte mobile (la
spiaggia), le retrostanti falesie e la componente biotica faunistica e
floristica.
Il
progetto prevede la realizzazione di una piattaforma di monitoraggio in
ambiente GIS, basata su un sistema di dati acquisiti in campo e da remoto, via
drone o fissi. Il fine è quello di realizzare un sistema predittivo, relativo
all’evoluzione della linea di riva, in funzione dei fattori geomorfologici,
sedimentologici correntometrici e biologici che lo influenzano. L’ulteriore
implementazione riguarderebbe la sua estensione a tutte spiagge siciliane, non
solo le Pocket Beaches, che rappresentano quasi il 70% dei litorali che
presentano processi erosivi su circa 400km.
L’idea
è, inoltre, quella di realizzare un Atlante delle Pocket Beaches di Sicilia e
Malta, finalizzato anche a un uso consapevole di una risorsa turistica di
nicchia. Il progetto, coordinato dal prof. Randazzo, coinvolge il Ministero di
Gozo, per tramite del suo dirigente Anthony Zammit, l’Università di Malta con
il prof. Anton Micalleff, l’INGV di Palermo, diretto dal “milazzese” dott.
Franco Italiano e dai colleghi biologi dell’Università di Palermo, i prof.
Sebastiano Calvo e Agostino Tomasello. Il progetto verrà sviluppato in tre anni
e si avvarrà di un finanziamento di poco superiore a 2,1 milioni di euro.
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