ANZIANI
Istituto Superiore di Sanità: Monitorati gli stili di vita degli anziani
di Redazione
Il
20% degli ultra 64enni italiani riferisce un deficit dell’udito, il 5% supera
questa difficoltà facendo ricorso all’apparecchio acustico, mentre il 14% non
fa ricorso ad alcun ausilio. Questa quota, che non sembra mostrare differenze
di genere significative, aumenta all’avanzare dell’età e raggiunge il 45% fra
gli ultra 84enni. Inoltre, il deficit uditivo è più frequente tra le persone
con livello di istruzione più basso e condizioni economiche peggiori, mentre il
ricorso all’apparecchio acustico va nel senso opposto ed è più frequente fra le
persone più avvantaggiate. Risulta, inoltre, evidente un’associazione
statisticamente significativa fra avere un deficit uditivo non corretto e
depressione, cadute e isolamento sociale, a parità di genere, età e
determinanti sociali, come già evidenziato in altri studi.
Sono
questi alcuni dei dati presentati su EpiCentro-ISS alla Giornata mondiale dell’udito
del 3 marzo da Passi d’Argento, il sistema di sorveglianza dedicato alla
popolazione anziana che raccoglie informazioni su salute percepita, fattori di
rischio comportamentali e su alcune condizioni peculiari degli anziani, volte a
descrivere la qualità della vita e i bisogni di questa categoria di persone. Nel
biennio 2016-2017, PdA ha intervistato 22.984 persone di 65 anni o più che sono
state selezionate con campionamento proporzionale stratificato per sesso e
classe di età dalle liste degli iscritti alle anagrafi sanitarie delle singole
ASL. Il primo pacchetto di dati pubblicato da Passi d’Argento (oltre al focus ad hoc sui disturbi dell’udito)
comprende i temi sugli Stili di vita e Guadagnare salute: consumo di frutta e
verdura; eccesso ponderale e calo fisiologico; attività fisica; abitudine al
fumo; consumo di alcol.
Solo
1 persona su 10 arriva a consumare almeno 5 porzioni al giorno, come
raccomandato, la gran parte (55%) consuma 3-4 porzioni. I problemi di
masticazione riguardano una quota di ultra 64enni contenuta, ma non trascurabile
(13%) e rappresentano, fra le condizioni di salute indagate, una delle
condizioni più associate allo scarso consumo di frutta e verdura: fra coloro
che riferiscono problemi nella masticazione oltre la metà non supera le 2
porzioni al giorno e meno di 1 persona su 10 riesce a raggiungere le 5 come
raccomandato. Il 57% degli ultra 64enni sono in eccesso ponderale: 43% in
sovrappeso e 14% obeso. L’obesità è più frequente fra le persone con patologie
croniche o con co-morbidità raggiungendo il 20% fra le persone con 2 o più
patologie croniche. La percentuale di anziani che perdono peso,
indipendentemente dalla loro volontà, è pari al 8% ed è più frequente fra gli
over 85enni (10%). L’eccesso di peso favorisce l’insorgenza o l’aggravamento di
patologie preesistenti e influisce negativamente sulla qualità della vita della
persona. La perdita di peso non intenzionale rappresenta, invece, un indicatore
comunemente utilizzato per la fragilità dell’anziano.
Passi
d’Argento misura il livello di attività utilizzando uno specifico strumento (il
PASE “Physical Activity Scale for Elderly”) che consente di “quantificare” i
livelli di attività fisica raggiunta considerando le attività comunemente
svolte da persone di questa età, come passeggiare, fare giardinaggio, curare dell’orto,
fare attività domestiche o piccole riparazioni, prendersi cura di un’altra
persona, senza enfatizzare le sole attività sportive o ricreative, che pure
vengono prese in considerazione. I dati mettono in evidenza che camminare fuori
casa è l’attività maggiormente praticata tra quelle di svago e che è molto il
tempo dedicato ad attività domestiche e ancora troppo poco quello per le
attività orientate ad allenare la forza muscolare e rafforzare le ossa
(indispensabile per prevenire le cadute). Il gap aumenta al crescere dell’età e
delle difficoltà economiche. Inoltre, nonostante sia diffusa la conoscenza dell’importanza
di praticare attività fisica ai fini del benessere psico-fisico degli anziani
si rileva che solo il 28% degli ultra 64enni, negli ultimi 12 mesi precedenti l’intervista,
ha ricevuto da parte di un medico o altro operatore il consiglio di fare
attività fisica.
In
Italia, la maggioranza degli ultra 64enni, non fuma (63%) o ha smesso di fumare
da oltre un anno (27%), ma 1 persona su 10 è ancora fumatore (10%). Il 65% dei
fumatori riferisce di aver ricevuto il consiglio di smettere di fumare da parte
di un medico o un operatore sanitario nei 12 mesi precedenti l’intervista. Nel
nostro Paese, 2 anziani su 10 fanno un consumo di alcol “a rischio” per la loro
salute, poiché bevono mediamente più di 1 unità alcolica al giorno, la gran
parte di loro non supera le 2 unità al giorno e questo fa pensare che si tratti
del bere durante i pasti, abitudine acquisita nel corso della vita che, si può
immaginare, non venga percepita come rischiosa per la salute. Preoccupante il
numero di persone che assume alcol pur avendo una controindicazione assoluta,
come i pazienti con malattie del fegato, fra i quali il 28% consuma bevande
alcoliche. L’attenzione degli operatori sanitari al problema risulta scarsa:
meno del 10% dei consumatori di alcol a rischio riferisce di aver ricevuto il
consiglio di bere meno dal medico o da altro operatore sanitario.
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