EROE DELLA FEDE E DELLA PATRIA
Nostri eroi… Nino Scandurra
di Alfonso Saya
 È
il titolo che ha dato a un suo articolo, Attilio Salvatore, pubblicato sul “Foglio
dei Giovani”, organo del Consiglio regionale della Gioventù Cattolica Italiana
del 30 luglio 1919. L’ho letto e mi ha edificato perché balza la figura di Nino
Scandurra che, al dire dell’autore, per la purezza di vita, la serenità di
propositi, per l’aroma di ogni cristiana virtù, si annovera tra quei pochi che
lasciano dietro di loro, una luce meravigliosa che dalla terra sale e si sposa
all’azzurità dei Cieli. Lo rivede sempre, primo, quando ha bisogno di ricordare
a se stesso, i molti che caddero per l’Italia e che vissero per gli Italiani.
Pensa, a volte, con cocente nostalgia, di rincontrarlo per le Ale dell’Università
di Messina, dove Egli frequentava la Facoltà di belle lettere, e soffermarsi
con Lui e trarre conforto e auspicio dalle sue parole, dalla charità dei suoi
occhi, dalla dolcezza del suo sorriso... ma, deve arrendersi all’amara realtà e,
purtroppo, dice non lo incontrerà più “su questa povera terra”.
Povero
Nino, esclama con tanto dolore, è stato ferito la mattina del 28 novembre del
1917, alle pendici del Monte Pertica, guidando i suoi soldati al Sacrificio
immenso, perché la Patria fosse salvata dal tremendo sfacelo. Il Cappellano che
lo assistette, nell’ora estrema, gli chiese se Egli fosse un giovane di Ordine
religioso poiché il giovane parlava soavemente, di Dio e provò dolcissimo
stupore sentendo che il morente era vissuto sempre nel mondo e che aveva
portato, come portava nell’ultima ora, “l’aroma di Cristo”. Si accostava, giorno
per giorno, al Banchetto Eucaristico cibandosi delle CARNI di Gesù, “Se muore il mio corpo, ha scritto nell’ultima
lettera al padre, non muore il mio spirito che, spero, vivrà nella Grazia del
Signore. Sono votato a qualunque sacrificio, compreso quello della vita del
corpo, fino a quando non splenda per l’Italia, un’aurora di rivincita, di
riscatto, di vittoria e di pace”.
Nino
Scandurra, conclude l’articolo, l’indimenticabile Attilio Salvatore, l’esemplare
Cattolico messinese, additandolo ai giovani, è l’Eroe della
Fede e della Patria, è una Luce meravigliosa, il più grande Figlio di Rometta
che dovrebbe essere, particolarmente, ricordato poiché è stato uno dei migliori
giovani del Circolo Cattolico della suddetta Città, di cui mons. Antonino
Barbaro, un altro grande figlio di Rometta, è stato il fondatore e mio padre il
presidente.
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