DICCI LA TUA
La caccia al coniglio selvatico
di Redazione
 Sin
da piccolo, mi sono appassionato alla caccia e alla natura e oggi voglio fare
un omaggio a un selvatico che in Sicilia è un simbolo perché è stato uno dei
selvatici più cacciato dai nostri antenati, il coniglio selvatico. Un selvatico
con carattere timido di colore giallastro, il pelo sottilissimo come un velo,
le orecchie piccole dal peso di circa 800 grammi. Purtroppo, è un selvatico
ormai in via di estinzione per via delle tante malattie che lo colpiscono,
dalla Mixomatosi sin dagli anni ‘70, a quella emorragica virale che ne sta
decimando la popolazione. Purtroppo, anche i ripopolamenti di questa specie
sono stati dannosi, perché diversi dalla specie autoctona.
Gli
esemplari maschi nel periodo dell’accoppiamento diventano molto aggressivi con
altri contendenti, si nutre di una vasta gamma di erbe dalle foglie alle
radici. Nella mia zona, il terreno e molto arido e argilloso, ricco di macchie
come la “disa”, asparago selvatico, finocchio e trifoglio, ottimi per la
pastura del simpatico animale. Vive in tane che scava nel terreno e spesso
nelle mura a secco o nei casolari abbandonati. Il cane che viene usato per
questa caccia è stato, principalmente, il Cirneco dell’Etna, che con l’andare
del tempo è stato incrociato con altre razze. Spero che il nostro territorio
riacquisti l’equilibrio di questo selvatico garantendo il nostro ecosistema e
riacquistare la fiducia dei cacciatori che praticavano con passione questo tipo
di caccia. Inoltre, nutro la speranza che la ricerca scientifica trovi una
soluzione alla soppressione delle patologie che affligge la razza. Antonino Passalacqua
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