ATTIVITÀ VENATORIA
Dalle Associazioni anticaccia un nuovo attacco alla correttezza delle procedure
di Redazione
 Nei
giorni scorsi, le Associazioni ambientaliste e animaliste anticaccia Enpa, Lac,
Lav, Legambiente, Lipu – BirdLife Italia e Wwf Italia sono tornate sul tema
della revisione dei KeyConcepts, documento europeo d’indirizzo per la
determinazione delle date di migrazione e fine riproduzione delle specie di
uccelli in Unione Europea, con il solito scopo di creare confusione e
allarmismo infondati. Anche questa volta il comunicato contiene infatti il
consueto mix di palesi falsità ed errori, con il chiaro e unico scopo di
cercare di mettere in difficoltà e intimidire il presidente del Consiglio,
Conte, che sta cercando di risolvere un problema creato dal Ministero dell’Ambiente.
Per essere chiari, la figura “pessima” e la situazione “scabrosa” richiamate
nel comunicato dai cofirmatari sono frutto del comportamento del Ministero dell’Ambiente,
che non ha seguito le procedure di legge per l’invio dei dati alla Commissione
Europea, non condividendoli, come invece è stabilito, con il Ministero delle
Politiche Agricole.
Ancora
più inaccettabile è l’insinuazione che la strada corretta intrapresa dal
MIPAAFT farebbe “male alla Natura”. Le 5 specie per cui le Associazioni
Venatorie hanno richiesto una modifica dei KC sono tutte in situazione
demografica favorevole, e sono state cacciabili fino al 31 gennaio dal 1992 (e
anche fino a febbraio prima di quell’anno) e questo dimostra che il prelievo
venatorio non ha influito minimamente sulla loro conservazione. A differenza di
quanto riportato nel comunicato con toni e termini allarmistici, la realtà è
ben diversa, e in particolare: la competenza del Ministero delle Politiche
Agricole, Forestali e del Turismo sulla fauna è sancito dal comma 7 bis dell’articolo 1 della legge 157/92,
in particolare per quanto riguarda i dati e le ricerche da trasmettere alla
Commissione Europea. Questi dati devono peraltro essere trasmessi dal Ministero
delle Politiche Europee, e non dal Ministero dell’Ambiente, come erroneamente
eseguito nel novembre scorso dallo stesso Ministero.
La
procedura EU PILOT 6955/ENVI riguardante i calendari venatori, ha verificato
che solo tre specie oggetto di caccia in Italia hanno stagioni più estese di
quanto i KeyConcepts prevedono. Proprio per sanare questa situazione, l’Italia
ha chiesto alla Commissione la revisione dei KC, al fine di determinare nuovi
KC, omogenei con quelli degli altri Paesi del bacino del Mediterraneo. È
sorprendente che i dati elaborati da ISPRA, mai condivisi con il Ministero
delle Politiche Agricole, e mai pubblicati su riviste scientifiche, prevedano
la migrazione di alcune specie all’inizio del mese di gennaio, quando negli
altri Paesi questa è prevista dopo la metà di febbraio. Ancora una volta, le
sigle ambientaliste-animaliste non riescono a rinunciare al tentativo di
utilizzare la caccia come specchietto per le allodole pur di racimolare facili
adesioni e cercare di influenzare l’opinione pubblica, diffondendo
ricostruzioni in gran parte false e pretestuose al fine di rendere più
invogliante l’invito finale della quasi totalità delle loro campagne: “sostienici
per impedirlo”. Con buona pace di scienza e portafoglio.
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